Le fonti del melodramma

Le fonti del melodramma

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Alle origini del melodramma

Da sempre il melodramma si serve di fonti letterarie di grande valore. Se si pensa a una delle prime opere della storia, L’Orfeo di Monteverdi, è subito evidente l’influenza del poeta rinascimentale Angelo Poliziano. Altri grandi capolavori scritti in epoca barocca, ad esempio da Vivaldi o Händel, traggono ispirazione dai poemi epici di Ariosto e Tasso.

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Maschere e commedie

La tradizione musicale comica si trasforma grazie a Carlo Goldoni, non solo grande drammaturgo ma librettista di rilievo, capace di definire il nuovo carattere dell’opera buffa che culminerà in capolavori come Le nozze di Figaro e Il barbiere di Siviglia, entrambi tratti da commedie di Beaumarchais. Sensibile alla tradizione della commedia dell’arte, Carlo Gozzi si pone come alternativa a Goldoni, con lavori come Turandot e L’amore delle tre melarance, che avranno nuova fortuna nel Novecento.

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Medioevo all'inglese

Il primo romanticismo letterario tende a rifugiarsi in un Medioevo di fantasia fatto di paesaggi malinconici, architetture gotiche, torri e castelli in rovina, come si legge nelle pagine degli scrittori inglesi di inizio Ottocento, ad esempio Walter Scott con La donna del lagoLucia di Lammermoor o Il castello di Kenilworth, che diventeranno fonti per Rossini e Donizetti. A Lord Byron si ispirano invece due lavori degli “anni di galera” di Verdi: I due Foscari e Il corsaro.

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La battaglia di Hugo

La querelle tra classici e romantici nata con Hernani di Victor Hugo nel 1830 è lo specchio di un cambiamento radicale di sensibilità nel corso dell’Ottocento. I drammi di Hugo diventano il modello per un nuovo tipo di melodramma: in opere come Lucrezia Borgia di Donizetti, Ernani e Rigoletto di Verdi, fino alla Gioconda di Ponchielli si ritrova una maggior concitazione dell’azione e passaggi al limite del grottesco.

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Dramma tedesco e opera italiana

In seguito alla diffusione nei salotti intellettuali italiani dell’opera di Madame de Staël De l’Allemagne, autori come Goethe e Schiller diventano le fonti di un nuovo melodramma. Si pensi ad alcune opere di Verdi: dai Masnadieri a Giovanna d’Arco, da Luisa Miller a Don Carlo, tutte tratte da Schiller. Quanto alla vocazione europeista di Arrigo Boito, letterato e musicista, diviene una vera e propria missione artistica quando ricava dal Faust di Goethe il suo Mefistofele.

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Verdi shakespiriano

Le commedie e le tragedie di Shakespeare sono ancora oggi una delle fonti letterarie più importanti del teatro musicale. È nell’Ottocento che l’opera di Shakespeare conosce la sua fortuna, in Italia grazie alle traduzioni di Andrea Maffei con cui Verdi si confronta per Macbeth. Con le sue ultime opere, Otello e Falstaff, Verdi riaffronta nell’estrema maturità il poeta inglese, ottenendo risultati straordinari per efficacia drammatica e sofisticatezza delle soluzioni.

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Teatro d'attrici

Alcune interpretazioni dei drammi veristi influenzano la scelta dei soggetti per le opere: in particolare attrici come Sarah Bernhardt o Eleonora Duse attirano spesso l’attenzione dei compositori. È solo dopo aver visto la Bernhardt in La Tosca che Puccini decide di trarre un’opera dal dramma di Victorien Sardou. Lo stesso avviene dopo che il comp ositore assiste a due lavori di David Belasco: Madame Butterfly a Londra e La fanciulla del West a New York.

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D'Annunzio attore europeo

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la scelta dei soggetti è sempre più orientata verso fonti letterarie di prestigio: Gabriele d’Annunzio è senza dubbio il letterato italiano più illustre del momento. Da un punto di vista musicale la sua influenza lascia il segno in compositori come Mascagni, Zandonai, Malipiero, addirittura Honegger e Debussy, e resisterà fino al dopoguerra: ancora nel 1954 Pizzetti compone La figlia di Iorio.

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