Histoire du soldat. Versione originale del 1918, a cura e traduzione di Luca Micheletti

Histoire du soldat. Versione originale del 1918, a cura e traduzione di Luca Micheletti

Editore Enrico Damiani

Conversazione con Luca Micheletti

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L’Histoire du soldat è un’opera che sfida ogni definizione: attraverso l’alternarsi di scene recitate, narrate, danzate e numeri strumentali, racconta il mito intramontabile del patto con il diavolo, tradotto in una fiaba cubista, vivace ed emozionante. Frutto dell’affiatata collaborazione fra Igor Stravinskij, esiliato e deluso dopo la Rivoluzione d’ottobre, e lo scrittore svizzero Charles-Ferdinand Ramuz, l’Histoire si ferma subito dopo la première nel settembre 1918, a causa dell’influenza spagnola che sta dilagando in Europa. Mentre le musiche di Stravinskij godranno di un successo proprio, Ramuz rielaborerà radicalmente il copione, ormai senza l’apporto creativo del compositore. Il testo originale “a quattro mani” di quella prima leggendaria verrà così dimenticato fino ad anni recenti. Luca Micheletti, uomo di lettere e di teatro che più ha più volte lavorato sull’Histoire du soldat, pubblica ora la prima traduzione italiana di quel copione del ’18 mai più rappresentato da oltre un secolo, svelando prospettive inedite su un classico contemporaneo che non smette di stupire.

“Figlio d’arte” da quattro generazioni, Luca Micheletti è il più giovane erede della tradizione secolare della Compagnia teatrale I Guitti di cui è regista stabile. Di formazione eterodossa ed eclettica, lavorando tra il palcoscenico e l’università (ha un Dottorato di Ricerca in Italianistica all’Università Sapienza di Roma), dà vita e partecipa a progetti culturali e spettacoli. Ha diretto e tradotto opere di Molière, Hugo, Marivaux, De Ghelderode, García Lorca, Ruzante, Brecht/Weill, Vian. Allievo del tenore Mario Malagnini, parallelamente all’impegno nel teatro di prosa, intraprende la carriera di cantante lirico e debutta come baritono in opere di Verdi, Donizetti, Bizet, Leoncavallo. Nel 2021 fa il suo debutto scaligero come Figaro nell’allestimento di Giorgio Strehler de Le nozze di Figaro.

 

 

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